Ho scritto un diario per un anno

A cosa serve scrivere un diario? Ho scritto il mio diario per un anno intero, ne è valsa la pena? Perché è utile scrivere un diario giornaliero? In questo articolo vi spiego esattamene come ho iniziato e cosa ho imparato.

Tra tutte le abitudini che ho scoperto nell’ultimo anno c’è quella di tenere il diario. È probabilmente la migliore di quelle che ho provato e devo dire che non è stata una sfida personale. Semplicemente ho iniziato perché ne sentivo la necessità e dopo poco più di un anno ho pensato di raccontarvi cosa ho imparato, se mi è servito, come l’ho fatto e perché l’ho fatto.

Che vuol dire scrivere un diario?

Tenere un diario, o in inglese journaling, significa esattamente quello che pensate: come quando da piccoli avevate il diario segreto e scrivevate ogni giorno le vostre cose, adesso si prende un’agenda, un quaderno, un diario, un ipad, un computer, qualsiasi cosa, e si scrive quello che si pensa.

Ogni giorno, ogni settimana, ogni tanto, o quando uno ne sente il bisogno.

In realtà è un’attività abbastanza diffusa che fanno un sacco di persone in maniera differente. Ognuno ha il proprio modo di tenere un diario. Io da sempre ho preferito raccontare le mie cose con i video, sfogarmi con i video, quindi non ho mai avuto il bisogno di scrivere qualcosa, non sono neanche un abile scrittore in realtà. Quindi non ho mai tenuto veramente un diario finché non mi sono reso conto che il mio strumento, cioè fare i video, non mi permetteva di sfogarmi come volevo. Non mi bastava. Mi serviva anche tenere un diario.

Me ne sono accorto già al liceo perché tante volte avevo dei momenti di stress, dei momenti di pressione e sentivo proprio il bisogno di mettere nero su bianco le cose che avevo in testa. Alcune volte erano momenti di stress, ma altre volte erano piccoli problemi di cuore che scuotono molto i nostri animi e che quindi vanno assolutamente razionalizzati.

Proprio mentre ristrutturavo la mia stanza, qualche tempo fa, ho trovato nei miei cassetti alcuni fogli volanti e li ho trascritti in digitale sul mio file.

Diaro, Digitale o cartaceo?

Io scrivo il mio diario in digitale, ho un file di testo sul mio desktop che è il mio diario. So di perdermi la parte più umana, la mia calligrafia, il tratto, la pressione, il fatto di avere qualcosa di fisico, però guadagno in velocità di scrittura, non mi perdo i miei pensieri, scrivo più veloce, in maniera più efficiente, e così ho tutto in un solo file.

Posso avere cinque, dieci anni di diario, tutti su un solo file e quindi posso poi copiare o incollare dei frammenti, prendere degli estratti, riscrivere bene alcune cose se le voglio mettere in un video, in un blog, in un testo, in qualcosa. Ho tutto là.

Certo, con il diario fisico c’è tutta la parte in cui ovviamente ti puoi sfogare, c’è tutta la parte emotiva, ma non c’è la parte in cui puoi riestrapolare le cose dal tuo diario. C’è da dire che io non ho mai riestrapolato niente dal mio diario, però, nel caso volessi, sta tutto là.

Come ho iniziato a scrivere il diario?

Una prima esperienza, seppur breve, l’ho avuta quando ero al liceo, con la scrittura dei miei pensieri derivanti da problemi sentimentali, da momenti in cui ero più stressato, oppure da occasioni in cui ho viaggiato come per il mio primo scambio culturale in Lettonia. Avevo sedici anni, ho passato un mese in Lettonia e ho scritto un po’ le mie giornate sul quaderno perché erano giornate molto piene e molto intense.

Poi ho smesso.

Dopo aver concluso la scuola, dopo un sacco di tempo, mi sono però ripromesso di ricominciare a scrivere. Sia perché la mia vita diventava leggermente più stressante, sia perché vedevo su Youtube video di altre persone che consigliavano questa pratica.

Quindi a un certo punto mi sono deciso ad iniziare un annetto fa, a luglio 2019, e poi ho continuato. 

A che serve tenere un diario?

Che vuol dire che mi è servito molto? Quali sono gli scopi, gli utilizzi di un diario? Qual è l’obiettivo nel tenere un diario?

Gli scopi possono essere tantissimi.

  1. Strumento per produttività
    C’è chi utilizza il diario come uno strumento per essere più produttivi, tenendo traccia della propria vita, scrivendo le abitudini, le spese, gli impegni.

    Non è quello che faccio io perché ho già gli strumenti per essere produttivo.

    Ho già i miei file di Excel per le spese, per le abitudini, ho i miei fogli per le altre cose, ho l’agenda per le cose da fare. Certe persone preferiscono accorpare il proprio diario con la propria agenda creando un BULLET JOURNAL, che è fondamentalmente un quaderno che devi compilare a mano, che disegni tutto quanto te, e che è una via di mezzo tra uno strumento per essere creativi, quindi per disegnare, per sfogarsi, e uno strumento per la produttività, per tracciare le abitudini, le spese, le cose da fare, il calendario. Io trovo molto scomodo dover disegnare, quindi mettere la mia parte artistica e creativa, insieme a quella produttiva. Preferisco sfogarmi, scarabocchiare su altri fogli.
  2. Scrivere le proprie idee
    C’è chi utilizza il diario per tenere le idee ed è già un po’ più simile a quello che faccio io.

    C’è chi scrive i propri pensieri ogni giorno perché è uno scrittore, un fumettista o fa qualcosa per cui è importante mettere nero su bianco il proprio mondo interiore e quindi, scrivendo un diario, può andare a rileggere alcune cose, alcuni passaggi, può razionalizzare alcuni pensieri e quindi riuscire a trovare idee migliori.

    Questo non è esattamente quello che faccio io perché, come dicevo ho il mio strumento apposito anche per trovare le idee, ossia il mio foglio di brainstorming, però quando scrivi il tuo diario è inevitabile che escono fuori delle idee nuove, quindi anche io, se mi rendo conto che è uscito qualcosa di interessante, prendo quelle idee e le metto nel loro posto apposito.

    Gli scopi che invece mi appartengono di più, che sono più utili per me quando utilizzo il diario sono quelli di sfogarsi e razionalizzare.
  3. Sfogarsi
    Sfogarmi è la prima cosa che faccio quando scrivo il diario.

    Lo scopo è quello di buttare giù tutto quello che ho in testa subito su carta o sul computer in modo da liberare la mente. Succedono cose brutte, succedono cose stressanti, alcune volte succedono cose e basta, che ci infestano il cervello e noi, scrivendo il diario, riusciamo a liberarlo dai pensieri intrusivi, da cose che girano in testa che teniamo e ci appesantiscono. Quindi quando inizio mi sfogo, scrivo generalmente in maniera irrazionale, scrivo pensieri che non sono lineari, anche scorretti alcune volte o estremi. Se qualcosa mi ha fatto arrabbiare, quando lo scrivo è percepita proprio come terribile, poi durante la scrittura magari mi passa e torno lucido. Non è razionale questo passaggio, non è utilizzabile per migliorare. Lo scopo è proprio quello di sfogarsi e liberare la mente.
  4. Razionalizzare
    Una volta che mi sono sfogato analizzo la situazione, vedo cosa è successo, ripercorro la mia giornata e cerco di vedermi dall’esterno e provo a darmi dei consigli come se fossi un amico.

    Una volta che riesco a vedermi in maniera oggettiva cerco di comportarmi non da Marcello, che è succube di tutte le proprie emozioni, cerco di vedermi come una persona esterna e darmi dei consigli per migliorarmi. Oppure, se non ci sono consigli da dare, cerco di accettare la realtà. L’importante è avere una visione più oggettiva, potersi vedere da lontano, capire meglio quello che sta succedendo nella nostra vita e quindi non essere schiavi del nostro percepito soggettivo che tante volte ci ingigantisce problemi o ci rende cechi ai problemi.

    Questa è la parte più importante secondo me ed è quella in cui mi faccio proprio da psicologo.

Ho riassunto, quindi, quali sono le utilità principali del diario:

  1. Produttività
  2. Scrivere le idee
  3. Sfogarmi
  4. Razionalizzare

Nel mio caso non sono né scrivere le ideeessere produttivo (tracciare le abitudini), ma sono principalmente sfogarmi e razionalizzare.

Come scrivo il mio diario?

In generale quando scrivo il diario le fasi sono tre.

Generalmente lo scrivo la sera perché è la fine della giornata, o in momenti particolarmente stressanti. Scrivo la data, poi scrivo come mi sento: parto subito scrivendo “mi sento felice”, “mi sento stressato”, “mi sento male”, “mi sento bene”. Questa è la parte più irrazionale, butto giù tutto.

Poi scrivo invece quello che è successo, cerco di ripercorrere la giornata e di essere più oggettivo e poi ultima cosa che faccio è ragionare.

Perché mi sento così? Come mai questa cosa mi ha fatto sentire così? Cosa posso fare per migliorare o cosa devo accettare o quali sono i problemi che non posso risolvere e devo accettare? Che situazione si è creata?

Questa è la parte più di speculazione. Generalmente questo è un pattern ricorrente nel mio diario, non è una regola, però trovo molto utile scrivere in questo modo anche se non è una regola che mi impongo, lo faccio e basta.

Per quanto riguarda la frequenza, io lo scrivo praticamente ogni giorno, quando ci sono momenti più intensi, sennò una volta, due volte a settimana. Non è una cosa che mi ricordo apposta di fare, però è là, sul mio desktop e ogni tanto, come un riflesso automatico, se ci sono cose che mi passano per la testa un po’ troppo ricorrenti, un po’ troppo persistenti, subito le metto nero su bianco.

Spesso parto pensando: “Adesso devo scrivere un sacco di cose, ci sono mille problemi devo ripercorrere tutta la giornata, sarà un diario lunghissimo”. E poi dopo due, tre frasi, ho terminato di scrivere perché in realtà ho già risolto, ho già messo nero su bianco quelle cose, mi sono reso conto che mi bastava solamente raccontarle, scriverle.

Com’è andata?

Io ho iniziato a scrivere a luglio 2019. Inizialmente scrivevo cose un po’ a caso. Poi a fine agosto ho conosciuto Chiara e quindi il mio diario si è riempito tantissimo perché le questioni amorose danno sempre da pensare e sono sempre una sfida per la nostra emotività.

Ho trovato veramente surreale, paradossale, il fatto che problemi lavorativi molto importanti non mi scuotevano per niente, riuscivo ad essere proprio una macchina da guerra e poi i minimi problemi amorosi riuscivano a scuotere tantissimo la mia emotività e quindi avevo proprio bisogno di tenere un diario.

Questo anno in generale  è stato molto stressante, una montagna russa. Sono partito per un viaggio che già di per sé doveva essere complesso, farsi un mese in un paese diverso per un anno, che poi si è bloccato a causa del Covid19, che ha dato altri problemi lavorativi e altri mille problemi stressanti, una vera montagna russa.

Tante cose che volevo fare non le ho fatte. Penso che scrivere il diario mi abbia veramente aiutato a gestire la situazione in maniera più lucida. Lucida è la parola giusta perché quando ci sono troppe cose ci si sente offuscati, annebbiati, stanchi, non ci si sente lucidi e quindi capaci di prendere le decisioni giuste. Quando invece si torna lucidi si riesce a vedere la situazione in maniera chiara e si riesce a prendere le decisioni in maniera più azzeccata ed è esattamente quello per cui mi è stato utile il diario in questo ultimo anno.

Quindi, secondo me, un ottimo modo per prendersi cura della propria sfera emozionale, interna, è sicuramente scrivere un diario.

Alcuni estratti del mio diario

8 luglio 2019

Sono arrivato a Rotterdam per l’evento Mini.

Faccio ufficialmente cagare a fare networking.

Domani mi impegno a parlare con le persone (mi sento gobbo, goffo e grasso).

Erano proprio i primi giorni che scrivevo il diario. Mi sono sentito goffo e grasso per pochissimo tempo in realtà. Mi sento abbastanza bene con il mio fisico però in quel momento l’ho scritto.

30 agosto 2019

Non riesco a non essere volgare e devo imparare che più sono stanco e più sono volgare. Inoltre, ho disimparato ad essere diplomatico durante le discussioni e spesso finisco a fare discussioni inutili a pera.

Quella sera avrò avuto una discussione inutile e sarò stato volgare e stanco. Succede ogni tanto.

27 dicembre 2019

Il tempo sembra così poco che non ho neanche il tempo di scrivere qua. Le mie buone abitudini non persistono. Non leggo, non mi alleno, non scrivo sul diario, non lavoro. “Sto in vacanza”, mi suggerisce, Chiara e sicuramente ha ragione.

Questo ero io in realtà che ero felicissimo in quel periodo perché stavo con Chiara a farmi le vacanze di Natale a New York, due settimane fantastiche. Però evidentemente ho avuto un momento di stress per il lavoro perché ho pensato “Oddio, non sto lavorando, mi sto perdendo le cose”. L’ho scritto sul diario

19 giugno 2019

Passiamo all’ultimo estratto, quello in cui mi sono sentito stressato, ed è poco tempo fa, 19 giugno 2020, nel periodo in cui stavo facendo la stanza. Scrivere quel diario mi ha fatto rendere conto quanto le piccole cose, delle stupidaggini, possono veramente stressarci tantissimo e con un effetto a catena rovinarci un’intera settimana, un intero periodo.

In questi ultimi giorni ho pensato soltanto alla stanza. Non so nemmeno quanto sia passato (20 giorni, ora lo so, doveva passare una settimana) ma è stato sorprendentemente stressante. Il livello di irritabilità che raggiungo è altissimo. Oggi non sono riuscito a trovare una cacchio di bustina con dentro delle cose che mi servivano per appendere i fogli alla roba di sughero e mi volevo suicidare (ovviamente è un’iperbole). Tutt’ora la cosa mi fa molto arrabbiare. Mi sono sentito sopraffatto dalle cose da fare che sto trascurando. Sono momenti, poi mi passa. La stanza, sebbene in ritardo, ormai è praticamente fatta. Tornando al discorso della mia irritabilità, dopo pranzo ho una mancanza di forze che va ad accentuarsi nei momenti critici. In alcuni momenti sono completamente rincoglionito, forse l’intermittent fasting è complice (era complice, era proprio complice, saltare la colazione in quel periodo mi indeboliva, quando siete stressati non aggiungete altro stress con le challenge anche perché poi il video non esce).

22 Giugno 2020, tre giorni dopo il peggio è andato. Non so bene cosa sia successo, ogni tanto ci sono settimane come queste in cui non rispetto nessuna delle mie abitudini, in cui faccio un casino perché rimango indietro e devo raccogliere pezzettini. Riprendersi è facile, oggi un po’ meno perché ho perso l’assegno circolare che avevo fatto per costituire la s.r.l.

Le persone generalmente lo depositano all’apertura del conto aziendale (quindi io l’avrei dovuto depositare a dicembre), io no, perché mi trovavo all’estero per il mio progetto. Ho tenuto questo assegno e l’ho visto ogni giorno per cinque mesi. Oggi apro il portafogli ed è sparito. Ho buttato la giornata a cercarlo e non l’ho trovato (Ho dovuto fare denuncia poi, ho fatto la denuncia e ne ho fatto un altro. Che pizza!).

Bene ragazzi, questo era quanto sul mio diario. Spero che vi sia interessato. Se non scrivete un diario mi raccomando iniziate a scriverlo perché potrebbe essere veramente utile per voi. Fatemi sapere.