Non si smette mai di imparare
Premessa: perché secondo me è importante imparare sempre?
Perché è il nostro unico vantaggio rispetto alle altre persone. Tralasciando i nostri vantaggi genetici che non possono essere modificati e non possiamo controllare, c’è una cosa che ci può rendere persone migliori ed è imparare. Io penso che l’intelligenza sia la capacità di imparare cose nuove. Leggere è un ottimo modo per imparare, però non leggo molto velocemente, alcune volte mi sembra di non imparare abbastanza e ho paura di rimanere indietro con il mondo. Da quando ho finito la scuola ho fatto veramente poco di quello che si può definire studio vero e proprio.
Dato che esistono molti siti online come Coursera, Edx, Udacity dove si può imparare qualsiasi cosa gratuitamente o quasi, ho deciso di implementare tra le mie abitudini quella di guardarmi qualcosa tra questi corsi e ricominciare un po’ a studiare.
Ho seguito il corso di Coursera Learning how to Learn, uno dei più famosi in piattaforma. Immagino che alcuni di voi l’avranno già fatto o ne avranno sentito parlare. È diviso in 3 parti, la prima parla del cervello, la seconda della memoria e la terza delle tecniche utili per studiare bene.
Scoprire com’è formato il cervello per migliorare il proprio metodo di studio

Le attività del cervello sono divise in due parti:
- Focus mode, la modalità attenta;
- Diffuse mode, la modalità rilassata.
Nel nostro cervello i neuroni sono collegati da sinapsi, ogni volta che pensiamo a qualcosa il nostro cervello fa un percorso tra i neuroni, più volte facciamo questo percorso più il nostro cervello sarà predisposto a farlo.
È come un solco che più ci passi più diventa profondo.
La modalità attenta si attiva quando dobbiamo fare calcoli difficili o quando stiamo molto attenti su qualcosa e non ci vogliamo distrarre. Quello che succede invece nella modalità rilassata è il contrario. La attiviamo quando andiamo a correre o ci facciamo una passeggiata e non cerchiamo di risolvere un problema specifico. Il nostro cervello fa associazioni quasi casuali cioè riesce a creare collegamenti che prima non c’erano.
Quando noi impariamo alterniamo queste due fasi. La fase in cui studiamo e stiamo molto attenti è una fase in cui in background il nostro cervello continua a lavorare sulle informazioni che abbiamo acquisito e crea altri collegamenti.
Per imparare serve tempo perché il nostro cervello deve fare avanti e indietro. Due esempi molto famosi di cui si parla nel corso sono Salvador Dalì e Thomas Edison. Entrambi facevano questo giochetto:
Pensavano in modalità attenta al problema da risolvere, poi si rilassavano e andavano a dormire tenendo qualcosa di pesante in mano. Nel momento in cui si addormentavano, la mano rilasciava l’oggetto che cadeva e faceva rumore. Appena si svegliavano tornavano subito nella modalità attenta. Cercavano di fare associazioni nel cervello quando era in modalità rilassata cioè quando ci stavano addormentando perché riuscivano a vedere un concetto nella sua interezza senza soffermarsi sui particolari.Mentre nella modalità attenta facevano fatica a vedere il quadro da lontano, era più facile concentrarsi sui dettagli.
Inoltre è importante dormire bene la notte perché quando dormiamo il cervello costruisce nuove sinapsi, fa i collegamenti ed è al massimo della propria fase rilassata. Quindi noi impariamo anche quando dormiamo.
Combattere il nemico principale dello studio: la procrastinazione
Qual è la prima cosa che bisogna fare quando bisogna studiare?
C’è un nemico principale dello studio ed è la procrastinazione. Quando dobbiamo iniziare a studiare abbiamo una brutta sensazione, anche se si tratta di cose che ci piacciono, non ci va di farlo. A me piace molto montare i miei video però prima di iniziare faccio fatica. Quando voglio leggere un libro, anche se è un libro che mi piace molto, la fase in cui devo iniziare a leggerlo è difficile. Alcune volte preferiamo concentrarci su altro. Devo iniziare a studiare matematica, arriva automaticamente una brutta sensazione e il nostro cervello preferisce cambiare l’attenzione su qualcos’altro come scrollare il feed dei social, vedersi qualcosa su Netflix e dire “Vabbè, lo faccio dopo”.
Il problema è che più non si fa questa cosa più la sensazione sgradevole diventa grande. Quando devi fare matematica, se superi subito la sensazione sgradevole, svolgere gli esercizi non è più così difficile, è più difficile la fase di decisione. Un altro esempio: spesso è più difficile decidere di andare in palestra piuttosto che svolgere l’esercizio vero e proprio.
No alle distrazioni: il metodo del pomodoro

La prima cosa da fare per evitare che il nostro cervello perda attenzione nello studio e passi a qualcos’altro di più appetibile, è eliminare tutte quante le distrazioni (niente cellulare, internet, Netflix), in modo da poter solamente studiare. C’è una tecnica che si chiama metodo del pomodoro, consiste nel mettere un timer a 25 minuti in cui bisogna studiare senza distrazioni. Superati i 25 minuti si fa una pausa di 5 minuti e ci si premia con qualcosa. L’ideale sarebbe fare una passeggiata, un po’ di stretching, mangiare qualcosa e non continuare a stressare il cervello con il telefono o altre cose. Poi si riprende con altri 25 minuti di concentrazione. In questi minuti si è molto attenti e si riesce a studiare bene e poi nelle fasi dove ci si rilassa non ci si sente in colpa per farlo. Ci sono tantissime app basate sul metodo del pomodoro ma io vi sconsiglio vivamente utilizzare un cellulare. Non siete costretti a fare sessioni da 25 minuti di lavoro e 5 di pausa, alcune persone hanno sessioni di lavoro diverse, trovate la vostra durata ideale con un po’ di test.
Come allenare la memoria

Possiamo dividere la nostra memoria in due tipi diversi:
- La memoria a lungo termine;
- La working memory.
Immaginate la memoria a lungo termine come un magazzino dove ogni scatola è un ricordo mentre la working memory come una lavagna dove le cose che scrivi si mantengono per poco. Quando mi dettano un numero di telefono sto utilizzando la working memory, se non lo scrivo in poco tempo me lo dimentico perché questo tipo di memoria riesce a contenere solo un numero limitato di informazioni. Per semplificare, immaginate che possa contenere solamente 4 informazioni. C’è una tecnica che ci può aiutare ad inserire più informazioni nella working memory ed è il chunking. Consiste nell’unire insieme diverse informazioni grazie al loro significato. Per esempio una bicicletta è composta da due ruote, un manubrio, un corpo, tutte queste informazioni sono unite insieme dal concetto di bicicletta quindi il chunk bicicletta contiene dentro anche l’informazione ruota, l’informazione manubrio, etc. Più sono grossi i nostri chunk, più informazioni contengono al loro interno.
L’atto di studiare consiste proprio nel creare i chunk. Più una persona studia, più riesce a collegare gli argomenti tra di loro, più i chunk diventano grandi.
Il metodo più veloce ed efficace per imparare: leggere e ripetere

È stato dimostrato che la maniera più veloce per studiare consiste solamente nel leggere e ripetere. Io sono sempre stato un sostenitore degli schemi, ho sempre fatto schemi, ragionato in schemi, preso appunti in schemi, però testando su me stesso, mi sono accorto che gli autori del corso hanno ragione. Non dicono che sottolineare o fare schemi sia sbagliato ma che la maniera più veloce ed efficace per studiare è ripetere. Ripetere è così importante perché ci testiamo e ogni volta che lo facciamo commettiamo errori, la maniera più veloce per imparare. Inoltre ci spiegano che il momento in cui impariamo di più è proprio il momento in cui ci ripetiamo. Testarsi è anche un metodo per superare la nostra illusione di competenza.
Quante volte avete sentito degli studenti, magari dei compagni di classe, dire “Ho studiato tutto il giorno” e poi nell’interrogazione sono andati male. Questo perché indipendentemente da quanto studi, se non ti testi non sai quali sono le tue competenze. Spesso noi studiamo un argomento lo capiamo e non lo ripetiamo, solo il fatto di capirlo ci dà l’illusione di saperlo bene però finché non lo ripetiamo non possiamo essere certi di averlo capito e di averlo studiato.
Le tecniche per studiare bene: Interleaving, Einsteinllung, Il palazzo della memoria e Hard Start – Jump to Easy
Un’altra cosa che ci dicono è di non concentrarsi troppo su una cosa in particolare ma conviene utilizzare una tecnica che si chiama interleaving. Immaginate di avere tre pagine da studiare in cui ci sono vari argomenti. Invece di studiare a fondo ogni singolo argomento, studiate il minimo indispensabile e poi passate subito a quello dopo.
Appena avete capito quello dopo passate ancora a quello dopo e poi ricominciate da capo per approfondire. In questo modo si riesce ad avere da subito un quadro generale dell’argomento e quindi a fare subito dei collegamenti, a far ragionare il nostro cervello anche in background e successivamente approfondire gli argomenti sarà più facile. C’è un’altra cosa di cui ci parlano che si chiama einsteinllung cioè il fatto di sapere molto bene una cosa previene il fatto di impararne un’altra. Per questo motivo ci conviene sempre studiare cose differenti, per creare più collegamenti ed evitare di rimanere intrappolati sempre negli stessi ragionamenti. Il metodo generale per ricordare e studiare le cose è creare associazioni e nel farlo sfruttare la nostra memoria visuale che per motivi genetici è molto sviluppata, più queste associazioni sono strane e dettagliate più riusciremo a ricordare. Un’altra tecnica è Il palazzo della memoria.
Consiste nell’associare oggetti a dati o informazioni che dobbiamo ricordare e inserire questi oggetti nella nostra casa e poi immaginare di entrare e fare un percorso. Attraversando tutti gli oggetti si riesce a ricordare tutte le cose che si devono ricordare. Questa tecnica in realtà io l’ho sentita per la prima volta da mio nonno quando ero piccolo ed è molto utile per ricordarsi le date o una serie di numeri. Infine per fare i test e gli esami nella maniera più efficace ci consigliano una tecnica che si chiama Hard Start – Jump to Easy cioè iniziare con le cose difficili e poi saltare sulle cose facili.
In cosa consiste?
Quando si arriva al test gli diamo un’occhiata generale. Identifichiamo le cose più facili, le cose più difficili e le cose che non sappiamo. A quel punto iniziamo con una cosa difficile, facciamo tutto quello che possiamo e appena ci blocchiamo al posto di rimanere là a provare, saltiamo subito sulle cose facili, facciamo una cosa facile e poi saltiamo di nuovo su una cosa difficile. Facciamo di nuovo tutto quello che possiamo finché non ci blocchiamo e poi ritorniamo alle cose facili. In questo modo non perdiamo tempo a scervellarci sulle cose difficili perché il nostro cervello trova le soluzioni in background mentre facciamo le cose facili.
Conclusioni
In sintesi dovreste ricordare che:
- Studiare prende tempo, mai studiare all’ultimo momento ma sempre un pochino ogni giorno;
- Quando studi non avere distrazioni, fai delle pause e se vuoi utilizza il metodo del pomodoro;
- Quando studi leggi e ripeti, ricorda sempre di testarti.
- Più cose studi, più cose impari, più collegamenti crei, più sono grandi i chunk, più sarà efficace la tua working memory.